Le parole dell’Arte dipingere l’invisibile.
Sulle tracce di Francis Bacon

di Fabrizio Coscia
casa editrice Sillabe
letture Michele Crestacci
musica di Linda Vanacore

Il testo di Fabrizio Coscia è un originale «reportage interiore», dove vita e opere
sono sempre reciprocamente illuminanti. Ad emergere sono aspetti inediti dell’arte di Bacon, accompagnati dalle analisi di singoli quadri e dalle dichiarazioni rilasciate dal pittore nelle sue celebri interviste. È sulla figura umana, e in particolare sul corpo, che Bacon concentra tutta la sua attenzione, con amore e disperazione, con sadica aggressività e inattesa tenerezza. Corpi che vengono deformati, scorticati, rotti, spaccati, torturati, aperti, per attingere all’essenza emotiva, demonica, arcana della condizione umana. Artista della passione e del desiderio, della memoria e del dolore, del sesso e della morte, ovvero di tutte quelle forze invisibili e inconsce che dominano e regolano la nostra esistenza, Bacon diviene, inaspettatamente, campo di indagine anche per chi (come l’autore di questo libro) lavora con le parole e s’interroga su ciò che esse evocano, cercano, chiedono.

 

Fabrizio Coscia (Napoli, 1967) è scrittore, docente, critico letterario e teatrale. Collabora al quotidiano «Il Mattino» e alla rivista «Nuovi Argomenti». Ha pubblicato il romanzo Notte abissina (Avagliano, 2006), la raccolta di saggi narrativi Soli eravamo e altre storie (ad est dell’equatore, 2015, tradotto in tedesco) e La bellezza che resta (Melville Edizioni, 2017, finalista al Premio Brancati 2017). È stato definito «uno dei critici e saggisti letterari più affascinanti di questi ultimi anni» (Massimo Onofri, «L’Avvenire»).